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Personaggi illustri di Bertinoro

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Dante Alighieri

La storia del grande poeta ci conduce a Bertinoro e a Polenta. Dante trascorse gli ultimi anni della sua vita (dal 1317 al 1321) ospite presso la corte di Guido Novello Da Polenta, allora signore di Ravenna, che in quegli anni riconquistò il Castello di Polenta.

Il suo paese d’origine infatti era passato sotto il potere del cugino Guido Riccio e poi del figlio Alberico, che complottava contro Ravenna. Guido Novello decise di neutralizzarlo, inviando a Polenta il fratello Giovanni, con un gruppo di soldati, che grazie ad un pretesto riuscì a entrare nel fortilizio e si impadronì del castello.

La spedizione al castello fece scalpore in città e Dante venne preso dal desiderio di visitare la rocca, e di sostare presso l’antica pieve di San Donato.

La presenza di Dante Alighieri a Polenta e a Bertinoro è testimoniata anche, in particolare, da due canti della Divina Commedia:

– il Canto V dell’Inferno, uno dei canti più famosi perché incentrato sulla passione amorosa fra Paolo e Francesca, detta da Rimini perché in sposa all’allora signore di quella città, ma in realtà Da Polenta, perché figlia del nobile Guido Novello Da Polenta;

– il Canto XIV del Purgatorio che ricorda due personaggi illustri di Bertinoro, Guido del Duca e Arrigo Mainardi, e di cui tutti conoscono i famosi versi “le donne e ‘ cavalier, li affanni e li agi / che ne ‘nvogliava amore e cortesia…”, e che va a ricordare la realtà più importante della storia di Bertinoro, ovvero la tradizione dell’Ospitalità che nel Medioevo era detta appunto “amore e cortesia”.

Giosué Carducci

(1835 – 1907)

Giosué Carducci ha il merito di avere reso celebre la Pieve di San Donato nella frazione di Polenta. Dal giorno in cui il poeta la fece oggetto del suo canto “La Chiesa di Polenta” (pubblicata per la prima volta nel 1897), la chiesa assurse a fama nazionale.

Quando poi l’interrogativo posto dal Poeta “forse qui Dante inginocchiossi?”, per alcuni divenne quasi certezza ed il piccolo paese fu battezzato col nome di “Polenta di Dante”.

Nel 1898 Carducci ripiantò il celebre cipresso di Francesca, distrutto da un fulmine e , sempre nello stesso anno, Bertinoro volle testimoniargli tutta la sua riconoscenza per il bene ed il lustro derivati al paese dalla sua ode e decise di conferirgli la cittadinanza onoraria.

All’interno del Palazzo Comunale, nella sala del Popolo, si trova una epigrafe commemorativa a lui dedicata.

Dal 1919, ogni anno, solitamente nel mese di settembre, si rende omaggio al Poeta e alla Chiesa da lui cantata con il Raduno Carducciano, che prevede la lettura integrale della sua celebre Ode.

Ermete Novelli

Grande Maestro d’arte di origine bertinorese (1851 – 1919)

Primogenito di una nobile e antica famiglia, una di quelle dodici della famosa Colonna dell’Ospitalità di Bertinoro, è considerato uno dei più grandi maestri dell’arte drammatica italiana di fine ‘800.

Debuttò in teatro giovanissimo e, in breve tempo, diventò uno dei più apprezzati interpreti teatrali italiani. Nel 1900, per primo, fondò in Italia un teatro stabile, la “Casa Goldoni” presso il teatro Valle di Roma.

Nel 1902 ritornò a Bertinoro e scrisse “Foglietti sparsi narranti la mia vita”, pubblicati postumi. Costruì un grande teatro, andato perduto sotto i bombardamenti della II guerra mondiale. Alcuni dei suoi cimeri sono conservati presso il palazzo comunale.

Di fronte alla sua casa a Bertinoro, un busto lo ricorda ai passanti. Nel 2002 è stato fondato il Premio Ermete Novelli, con cadenza biennale.

Aldo Spallicci

(Bertinoro -Santa Maria Nuova, 1886 – Premilcuore, 1973)

Medico pediatra, poeta e senatore alla costituente nonché cultore e promotore dell’identità e delle tradizioni popolari di Romagna. Nel 1907, quando è ancora studente di Medicina, fonda il giornale satirico Pestapevar, ironico termine per “chimico”.

Tra il 1911 e il 1914 dirige Il Plaustro. Nel 1920 fonda, insieme a Francesco Balilla Pratella e Antonio Beltramelli, la rivista La Pié, volta agli studi locali e alla ricerca poetica e culturale, al recupero del dialetto e delle tradizioni popolari romagnole. Attiva ancora oggi, è un punto di riferimento per la vita letteraria in Romagna. Nel 1945 assume la direzione del settimanale La Voce di Romagna.

Merito fondamentale di Spallicci è stato l’aver conferito al dialetto romagnolo la dignità di lingua letteraria, al pari di ogni lingua nazionale.

GIOVANNI GATTI

Docente, giornalista, attivista sindacale

Nasce a Bertinoro il 16 giugno 1920. Dopo la laurea in Scienze Politiche si specializza in Ordinamento scientifico del lavoro ed entra nella segreteria della CGIL unitaria di Forlì in rappresentanza della corrente repubblicana. E’ tra i fondatori della FILe della UIL. Primo segretario della Camera Sindacale di Forlì, poi segretario confederale e segretario generale della UIL-tucs. Giornalista e direttore di varie testate sindacali e politiche fra cui “il Pensiero Romagnolo” di Forlì e “il Popolano” di Cesena”. Repubblicano storico e mazziniano intransigente, Grande Ufficiale al merito della Repubblica, è stato Vice-Presidente nazionale dell’Endas, Presidente del Circolo di Cultura politica Giovane Europa, e del Comitato scientifico dell’Istituto Storico Sindacale .

Ha dedicato la sua vita alla sua famiglia, alla sua grande patria, alla democrazia e alle tradizioni della sua Bertinoro. E’ scomparso il 2 novembre 2004.

Ovadyah Yare

Conosciuto anche come il Gran Bertinoro

È considerato la massima gloria letteraria ebraica, reso immortale per il suo commento alla Misnà, raccolta di leggi religiose e civili che vengono studiate ogni giorno in tutto il mondo ebraico. Nacque a Bertinoro verso il 1450, probabilmente da Abramo fu Salomone, il quale gestiva un banco di prestito nella zona di via Mainardi. Qui compì i primi studi e scrisse i primi lavori.

Nel 1487 lasciò il nostro paese e si recò in Palestina per raggiungere Gerusalemme, dove morì nell’anno 1500. Venne sepolto ai piedi del Monte degli Ulivi e sulla sua tomba è scritto: Ovadyah, il Gran Bertinoro.

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Francesca da Polenta

Grazie a Dante noi tutti oggi conosciamo la tragica storia di Francesca Da Polenta molto più nota come “Francesca da Rimini”, così chiamata a seguito del suo matrimonio.

Nel 1275 Guido Minore Da Polenta, allora signore di Ravenna e Cervia, diede in sposa la figlia Francesca a Giovanni Malatesta, detto anche Gianciotto per via del suo essere zoppo. Guido intendeva rafforzare la loro amicizia politica.

Da questo matrimonio ebbe origine la tragedia che Dante rese celebre nel V Canto dell’Inferno che tutti conoscono come il Canto di “Paolo e Francesca”. Francesca nata intorno al 1260, nel periodo in cui i due Guidi operavano prevalentemente a Ravenna, ha certamente soggiornato a Polenta perché la rapida ascesa politica che vedeva i Da Polenta protagonisti attirava odi e invidie, pericoli di ritorsioni e vendette e a Polenta si sentivano davvero più sicuri.

E proprio a Polenta, presso la millenaria Pieve di San Donato, Giosué Carducci racconta che Francesca “temprava gli ardenti occhi al riso”. Un mitico cipresso in nome di Francesca ancora oggi sorge su uno dei poggi nei pressi di Polenta.

L’albero originale, distrutto da un fulmine, fu sostituito da un nuovo cipresso che piantò lo stesso Carducci nel 1897.

Guido del Duca

Sotto al loggiato del palazzo Comunale, in Piazza della Libertà,  c’è una lapide che riporta in particolare il Canto XIV, alcuni versi fra l’81 e il 126, del Purgatorio di Dante, e che sono particolarmente importanti per Bertinoro perché dicono del valore dell’ospitalità per questo territorio.

Originario di Ravenna, Guido del Duca arriva a Bertinoro nel 1202 con l’incarico di giudice: davanti alle continue violenze tra le famiglie nobili che insanguinavano le vie del borgo, decise di costruire – insieme a un altro nobiluomo bertinorese, Arrigo Mainardi – una colonna di pietra nella quale infiggere dodici anelli di bronzo tutti uguali: un anello per ogni famiglia nobile; solo la famiglia nobile sapeva qual era l’anello di sua proprietà.

In questo modo, il destino avrebbe deciso da quale famiglia sarebbe stato ospitato il pellegrino che

avrebbe legato il suo bordone o la sua cavalcatura ad uno degli anelli infissi nella Colonna dell’Ospitalità. Guido del Duca è segno di una bruciante passione civile che fa dell’altro, dello straniero, un’occasione di pace per la comunità, costruendo il senso profondo di una civiltà che Dante stesso non può che ammirare e compiangere.

A lui si deve quindi la Colonna delle Anella o dell’Ospitalità, simbolo di Bertinoro, motivo di vanto per tutta la comunità bertinorese, attorno alla quale ogni anno la prima domenica di settembre si celebra il Rito dell’Ospitalità.

Luigi Maria Ugolini

Importante archeologo (1895-1936)

Luigi Maria Ugolini nacque a Bertinoro nel 1895, figlio di un umile orologiaio. A scuola fu un allievo brillante, e dopo aver combattuto la prima guerra mondiale nel corpo degli alpini studiò archeologia all’Università di Bologna.

Nel 1924 Ugolini fu incaricato della prima missione archeologica italiana in Albania, concepita dal regime fascista in primo luogo come iniziativa politica, ideologica e geopolitica.

Così nel 1928 iniziava i suoi scavi a Butrinto nell’Albania meridionale dove scoprì l’antico teatro, un gruppo scultoreo, un battistero e molto altro. Il suo sito archeologico nel 1992 è stato riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.

Ugolini aveva una propria agenda scientifica che ha saputo portare avanti, costruendo programmi di ricerca di altissima qualità.

Tribunato dei Vini di Romagna

Nel 1962 Alteo Dolcini, assieme a Lino Celotti e Pasquale Baccarini, dà vita al Consorzio per la Tutela dei Vini Tipici Romagnoli per la denominazione d’origine.

È il primo passo verso la creazione dell’Ente Tutela Vini di Romagna, organismo creato con l’obiettivo di valorizzare l’enologia romagnola.

Nel 1967 Alteo Dolcini, vulcano di idee ed iniziative, e Max David, grandissimo giornalista del Corriere della Sera, affiancati da personaggi del calibro del senatore e poeta Aldo Spallicci fondarono il Il Tribunato dei Vini di Romagna. La nascita del Tribunato è descritto dai fondatori come “atto di amore per la propria terra e la propria gente”.

Il Tribunato si insediò ufficialmente il 2 aprile 1967, nella sala del Consiglio del Comune di Bertinoro, dove ogni anno, ancora oggi, rinnova le sue iniziative rivolte alla tutela e valorizzazione della identità culturale e delle tradizioni enogastronomiche romagnole.

Fra le azioni da ricordare: la creazione nel 1972 della prima enoteca dei vini della Romagna, la Ca’ de’ Bé, che al suo interno conserva le mattonelle in ceramica con i nomi di famiglia dei tribuni e che rappresenta un’autentica vetrina delle migliori produzioni enologiche tipiche locali, dall’Albana al Sangiovese, dalla Cagnina al Pagadebit.

Mario Pezzi

Mario Pezzi, fondatore della Fattoria Paradiso di Bertinoro, uno dei massimi artefici del risveglio enologico dell’Emilia Romagna dagli anni Sessanta ad oggi.

I suoi vini sono “pezzi di Romagna nel mondo”, com’era solito definirli lui steso. A cominciare dal Barbarossa, “scoperto” da Mario nel 1954 in una vecchia vigna di oltre 100 anni non più produttiva e destinata alla ruspa.

Il Sangiovese Vigna delle Lepri, la prima Riserva di Sangiovese da lui ideata nel 1960, aprendo la strada alle altre case vinicole nate in seguito nella regione, L’etichetta fu scelta dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini per il pranzo al Quirinale durante la visita del presidente americano Ronald Reagan. E ancora l’Albana Gradisca, così intitolata dall’amico regista Federico Fellini in onore del celebre personaggio del film Amarcord.

Infine, come non menzionare il suo strenuo impegno per salvare i vitigni Pagadebit e Cagnina dall’estinzione.

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Arnaldo Pambianco

Grande ciclista, vincitore del Giro d’Italia del 1961

Corridore ciclista, nasce a Bertinoro il 16 agosto del 1935. Inizia a gareggiare nel 1951, due vittorie da allievo e poi, nel 1954, il passaggio tra i dilettanti. In questa categoria coglie 41 successi: nel 1956 partecipa alle Olimpiadi di Melbourne. Nel 1957 si laurea campione d’Italia dei dilettanti e dopo una sfortunatissima gara è secondo ai Campionati del Mondo in Belgio. Nel 1958 passa al professionismo come gregario di Ercole Baldini e Gastone Nencini e conquista al Giro d’Italia la sua prima maglia rosa. Si distingue per il coraggio e la generosità che profonde in ogni gara; numerosissimi sono, nei nove anni di carriera professionistica, gli ottimi piazzamenti e i grandi successi, fra i quali ricordiamo le vittorie della Milano-Torino (1960), nel Giro d’Italia del Centenario (1961), nel Giro della Sardegna (1963), nella Freccia del Brabante in Belgio (1964). Ha partecipato a nove Giri d’Italia, a quattro Giri di Francia ed ha fatto più volte parte della Nazionale italiana ai Campionati del Mondo. Terminata l’attività agonistica è rimasto ancora per qualche anno nel mondo del ciclismo quale direttore sportivo della squadra “Salvarani”. Muore il 6 luglio del 2022, a pochi mesi dalla scomparsa della sua amata moglie Fabiola. Arnaldo, detto “Gabanì”, ha sempre avuto un legame fortissimo e indissolubile con Bertinoro e i suoi cittadini.

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Almerigo Neri

Cantante lirico, nato nel 1886 e morto nel 1945.

Famoso cantante lirico. Nato nel 1886, passò di successo in successo per tutti i maggiori teatri d’Europa accanto ai più bei nomi della lirica italiana. Morì nel 1945.

Dante Arfelli

Scrittore. Nato nel 1921 e morto nel 1995.

Nato nel 1921, laureato in lettere, vinse il Premio Venezia col romanzo ‘I Superflui’, tradotto in varie lingue così come un’altra sua opera ‘La quinta generazione’. Morì nel 1995.

Ettore Pasini

Personalità inconfondibile nella storia del ciclismo, passò di trionfo in trionfo nei velodromi italiani e stranieri, fino al titolo di campione del mondo di tandem in coppia con Tommaselli.

Nato a Bertinoro nel 1874 da famiglia benestante, antepose agli agi e alle comodità della vita che gli erano riservati una forte passione per le competizioni sportive. Personalità inconfondibile nella storia del ciclismo, passò di trionfo in trionfo nei velodromi italiani e stranieri, fino al conseguimento del titolo di campione del mondo di tandem in coppia con Tommaselli. Morì nel 1909 a soli 34 anni.

Guido Novello da Polenta

Fu il Podestà di Ravenna che dette protezione e asilo a Dante.

 

Guido Novello da Polenta fu il Podestà di Ravenna che dette protezione e asilo a Dante. Fu anch’egli poeta esponente del Dolce Stil Novo.

Jacopo da Bertinoro

Celebre medico e filosofo.

Medico e filosofo celeberrimo che ebbe per primo l’inusitato titolo di Maestro, per la sua non comune erudizione e per l’insegnamento praticato in modo eccelso a Bologna nella seconda metà del dodicesimo secolo. Morì nel 1213.

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