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Parco Sculture all’aperto

Collegato alla Galleria d’arte contemporanea, è nato nel 1993 il Parco di sculture all’aperto. La filosofia sottesa al progetto è quella di integrare le opere con il paesaggio e con la storia del territorio facendo dialogare in maniera diretta arte e ambiente.
Le sculture, di artisti di chiara fama, sono collocate in un percorso che si snoda dal centro di Santa Sofia, partendo dal Parco Giorgi (della Resistenza) per poi scendere nell’alveo del fiume Bidente lungo un percorso fluviale fino a Capaccio. Il “museo all’aperto” è in continuo divenire attraverso l’installazione di nuove opere.

  1. Santa Sofia ‘93 di Mauro Staccioli (1993)
    I tre giganteschi cerchi in cemento sono collocati, quasi in bilico, nel parco di palazzo Giorgi (della Resistenza) a Santa Sofia.
  2. Sotto l’albero di Ginkgo di Hidetoshi Nagasawa (2001)
    Opera dell’artista giapponese Nagasawa, realizzata nel 2001 e collocata nel Parco della Resistenza; è completamente interrata sotto le fronde di un ginkgo biloba.
  3. L’esilio di Ulisse di Anne e Patrick Poirier (1997)
    Realizzata dagli artisti francesi Anne e Patrick Poirier, è composta da un piccolo “edificio” quasi incompiuto o allo stato di rudere con attorno una serie di elementi: un barca, un occhio, parte di una colonna.
  4. Costruttivo 96 di Nicola Carrino (1996)
    Opera collocata presso l’alveo del fiume Bidente in località Bellavista; è composta da 15 elementi (blocchi in pietra arenaria di 1x1x2 metri), alcuni a terra, altri accostati uno sopra l’altro.
  5. Le vie del cielo di Eliseo Mattiacci (1994)
    Si compone di una struttura in cemento su cui appoggiano due rotaie metalliche, conciliando pesantezza e leggerezza.
  6. Casa di Luigi Mainolfi (1995)
    Inserita nel contesto naturale dell’alveo del Bidente (località Bellavista); osservando l’opera sembra di trovarsi di fronte a un’abitazione post-atomica dalla forma allungata.
  7. Stele ai caduti dell’invaso di Ridracoli di Francesco Somaini (1994)
    Stele al centro di una fontana, realizzata nel 1994 e commissionata da Romagna Acque presso il centro di Capaccio, in memoria dei caduti per la costruzione della Diga di Ridracoli.
  8. SUF S. Sofia di Cuoghi Corsello (2008)
    Grande opera in legno in cui emergono le linee curve, sinuose. E’ destinata ad una sosta fisica che può divenire mentale, in una interpretazione giocosa e fantastica.
  9. VIA di Chiara Pergola (2010-2014)
    L’opera, collocata sulla facciata dell’edificio denominato Mereria, antica sede del Comune, consiste in uno specchio sagomato che è la resa scultorea di un tratto del fiume Bidente allorché disegna una morbida curva nell’attraversare la cittadina di Santa Sofia.
  10. Il giardino di Pisiché di Giulio De Mitri (2016)
    Su massi di pietra, l’arenaria locale, sono adagiate decine di farfalle in acciaio specchiante.
  11. IN-ES (Nido) di Giuseppe Maraniello (2014-2015)
    Il lavoro, posizionato su un masso ciclopico proveniente dalla frana di Corniolo, si inserisce perfettamente nell’ambiente fluviale circostante: un grande nido bronzeo costituito da tanti piccoli rami in cui sono “imprigionati” quegli elementi simbolici che rappresentano la cifra distintiva di Maraniello.
  12. Black Avorio di Flavio Favelli (2018)
    L’opera è costituita da un assemblaggio di cancelli in ferro battuto saldati assieme a formare un’architettura fantasiosa, una sorta di torre improbabile.
  13. La Deriva è il nodo della mia gola di Sissi (2009-2022)
    Si staglia sulla Piazzetta Milleluci una cupola metallica che racchiude l’opera di Sissi. Lo spettatore si trova di fronte ad un assemblaggio di elementi anatomici in ceramica, una sorta di ossario riemerso dalle acque che hanno dilavato e corroso il corpo.
  14. Cono tronco di Arnaldo Pomodoro (1972 – collocate nel 2020)
    Svetta sull’alveo del fiume Bidente un misterioso monolite: un bronzeo tronco di cono, sezionato e trafitto da una aguzza lama d’acciaio. Proteso verso l’alto, come animato dal desiderio di imporsi nello spazio e sfidare il cielo, ma eroso e danneggiato fin nel profondo, nel cono si riflette la coscienza inquieta dei nostri tempi; nella frattura che ha mozzato il cono si rispecchiano la transitorietà e la sofferenza che i sogni di dominio sulla terra e sullo spazio portano inevitabilmente con sé.

 

Giorni d’apertura: sempre visitabile

Ingresso gratuito

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