San Valeriano
San Valeriano, primo Patrono di Forlì e sicuramente il più controverso, ha vissuto in epoca romana nell’odierno quartiere dei Romiti, dove sorge la Chiesa di Santa Maria del Voto, conducendo appunto una vita da “romito”, ovvero da eremita. Il suo trascorso viene descritto come controverso e incerto perché, nonostante gli siano state attribuite gesta miracolose e nonostante sia ricordato come esperto di esorcismi e abile predicatore, nel 1967 la Congregazione dei Riti decise di cancellare dal calendario la giornata a lui dedicata, il 4 maggio. Le cause derivano dai dubbi sull’identità del Santo, che nei secoli a seguire è stato riconosciuto con l’omonimo soldato martire forlivese già celebrato ogni 22 novembre. Questa versione sembrerebbe avvalorare la leggenda secondo cui, dopo essere stato assunto dall’esercito forlivese, il soldato Valeriano abbia combattuto in Romagna contro i Goti e che sia morto in battaglia nell'attuale quartiere di San Varano. Le sue reliquie, conservate subito dopo la morte in un luogo di culto di cui non è mai stata identificata la posizione, sono poi state trasferite intorno al 1267 nel Duomo. Tra le raffigurazioni nel Santo presenti a Forlì le più celebri sono quella nella lunetta di marmo posta all’ingresso della Chiesa del Carmine e una tela di Livio Modigliani “San Valeriano in atto di predicare ai soldati romani suoi commilitoni” esposta nella Pinacoteca Civica presso i Musei San Domenico. Infine va ricordato che il Santo, oggi compatrono della Città, era raffigurato a cavallo in armatura anche sull’antico stemma della Città di Forlì.