Adone Zoli era nato il 16 dicembre 1887 a Cesena, città nella quale il padre predappiese, dipendente delle Poste, si era trasferito per lavoro. Cresciuto in un ambiente di impostazione rigorosamente cattolica, Zoli vive la sua infanzia tra Cesena, Predappio, Foggia e quindi Bologna, nella quale compie gli studi universitari conseguendo la laurea in giurisprudenza nel 1907, a soli 20 anni. L’inizio della professione forense la svolge a Genova e poi a Firenze, dove si stabilisce e sposa la cugina Lucia Zoli. Partecipa come volontario alla Prima Guerra Mondiale e al ritorno, decorato al valore, aderisce al Partito Popolare di don Sturzo. L’avvento del fascismo lo costringe ad abbandonare la politica militante, anche se continua a svolgere attività clandestina di opposizione al regime mussoliniano assumendo anche un ruolo di rilievo nelle fila della Resistenza toscana, dove partecipa alla formazione del Comitato di Liberazione Nazionale. Nel dopoguerra, a fianco di Calamandrei e La Pira, diventa un lucido e profondo interprete dello spirito costituente della nuova democrazia italiana: dopo la Liberazione assume il ruolo di Vice Sindaco di Firenze, nelle elezioni del 18 aprile 1948 viene eletto senatore della Repubblica e, nel corso della legislatura, acquisisce la carica di Vice Presidente del Senato (dal marzo 1950 al luglio 1951). Rieletto nel mandato legislativo seguente, ricopre ruoli di prestigio fra i banchi parlamentari e nel suo partito, la Democrazia Cristiana (Dc). È Ministro per la Grazia e Giustizia nel settimo Gabinetto De Gasperi e Ministro per le Finanze nel governo presieduto da Fanfani, mentre nel febbraio 1956 subentra al Ministro Vanoni come titolare del Dicastero per il Bilancio.
Nel maggio 1957, a seguito delle dimissioni dell’esecutivo guidato da Antonio Segni, il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi gli conferisce l’incarico di formare il nuovo governo, in carica fino all’estate del ‘58. Diventa presidente del Consiglio nel maggio 1957, a seguito delle dimissioni dell’esecutivo guidato da Antonio Segni, il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi gli conferisce l’incarico di formare il nuovo governo, in carica fino all’estate del ‘58. In quel difficile anno da primo ministro Zoli si trova ad affrontare anche la spinosa questione della sepoltura dei resti mortali di Benito Mussolini nella cripta del cimitero di San Cassiano in Pennino. Un’operazione delicata dal punto di vista mediatico, portata a termine grazie al suo ruolo diretto come presidente del Consiglio. Un atto di umana pietà nei confronti dell’“uomo di Predappio”, come la propaganda fascista amava definire Mussolini, compiuto da un altro uomo di Predappio, rappresentante dell’Italia democratica.
«Mio padre era di Predappio ma mia madre era di Cesena. A Cesena io nacqui. Ma sono molto affezionato a Predappio. Vi ho una casa e un po’ di terra. Penso di essere seppellito colà». Così Adone Zoli rispondeva ai cronisti che lo intervistavano in merito alla composizione del nuovo governo. A Predappio intanto, in quel mese di giugno del 1957, il Consiglio comunale aveva votato all’unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria all’importante uomo politico, riconoscendone la nobiltà morale e la correttezza, la disponibilità al dialogo e la prontezza di spirito.
in arte MASTRO LUPO pittore, disegnatore scultore e ceramista
Benito Partisani scoprì la sua passione per l’arte a La Spezia, dove, ancora adolescente, frequentò lo studio dello scultore Angiolo Del Santo. Recatosi a Roma per il servizio militare, Partisani si perfezionò seguendo i corsi dell’Accademia di Belle Arti. Fu invitato a partecipare alla Biennale di Venezia ma vi rinunciò a causa di un articolo giornalistico che alludeva non alle doti del giovane pittore ma a una ipotetica segnalazione da parte di Benito Mussolini, allora Capo del Governo. Questo episodio spinse il pittore a diffidare di certe forme di divulgazione dell’arte, e a rinunciare alla partecipazione a mostre sia collettive sia personali. Nel dopoguerra venne eletto Sindaco del Comune di Predappio e continuò a dedicarsi al suo lavoro artistico rafforzando il legame con il paese natale e firmando le sue opere con lo pseudonimo di Mastro Lupo. Nei suoi dipinti e nelle sculture in ceramica trattò ogni tematica figurativa, dal paesaggio alla natura morta, dalla figura umana al ritratto, spaziando dai contenuti sacri a quelli di carattere sociale. Nel 1951, collaborando con Vincenzo Stagnani, fondò e fu docente al Corso di addestramento per ceramisti a Predappio.
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