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Palazzo Borghese Pamphili Doria

Nel 1721, l’area in cui sorgerà il Palazzo Borghese-Pamphili-Doria era un sito di proprietà del Cap.no Alessandro Baronio.

Nel 1725, perfezionata una scrittura privata fra il Baronio, la Comunità e il principe, rogata il 14 dicembre 1728 dal notaio meldolese Cristoforo Ronconi, si addiveniva alla permuta nella quale il Principe D. Camillo junior cedeva al Baronio alcune botteghe collocate nella piazza per divenire proprietario del sito in fondo ad essa, con la ferma intenzione di fabbricarvi poi il novo palazzo.

Dopo la formalizzazione degli atti, si diede mano con una certa celerità al progetto, pensando anche di erigere lì la nuova torre dell’orologio, che a quel tempo si intendeva costruire in sostituzione di quella posta sulla facciata della chiesa di S. Nicolò ormai fatiscente e prossima al crollo.

La torre non trovò collocazione, probabilmente a causa delle problematiche esecutive che non coincisero, anche perché le risorse economiche seguivano un iter completamente diverso: il Palazzo era a carico delle casse del principe, mentre la torre prevedeva risorse a carico delle attività locali.

Certo è che i lavori per la costruzione della nuova sede del principe iniziarono nel 1729, considerando che nell’aprile di tale anno i documenti riportano che il campo dei bovi, che si trovava al di là del canale, era occupato […] dalla terra escavata dalla fondazione della fabbrica di S.Ecc.za, mentre la torre vide la posa della prima pietra nel 1733, quando il palazzo volgeva al termine.

Oltre alla residenza del principe posta al piano nobile, che fra l’altro non fu mai occupata se non dal suo Agente, al piano terra vennero collocate alcune botteghe di macellai perché vicino al canale avrebbero garantito una certa pulizia al paese rendendo libere e decenti le loggie e la piazza.

Nel 1733 la costruzione del Palazzo era terminata. Andrea Orsini fu uno degli Agenti del principe che abitò nel palazzo, con la moglie Francesca Ricci, la quale, il 10 dicembre 1819, in una delle sale del palazzo, diede alla luce Felice, il patriota che organizzò l’attentato a Napoleone III affinchè l’Italia potesse divenire una nazione unita e libera.

Dopo i fatti che portarono alla morte Felice, l’edificio venne a lui dedicato.

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