L’edificio venne progettato nel 1604 da Giambattista Aleotti detto l’Argenta, su commissione del cardinale Pietro Aldobrandini.
La costruzione inglobò una preesistente struttura ospedaliera di origine medioevale e l’annessa cappella del Santissimo Crocefisso, nota popolarmente col nome di Chiesina dell’Ospedale.
All’interno della cappella è visibile nel presbiterio un pregevole ciclo di affreschi di anonimi pittori romagnoli, databile fra la fine del ‘400 e il 1508.
Il ciclo è così articolato:
Volta – Evangelisti e Padri della Chiesa Latina (1495/1500 c.a.).
Parete di fondo Crocefissione (1500/1505 c.a).
Parete sinistra – Orazione nell’orto (lunetta); Flagellazione e Giudizio di Anna (1500/1505c.a.); attr. a Pier Paolo Menzocchi, Coronazione di spine.
Parete destra – Comunione degli Apostoli (lunetta);
Salita al Calvario (1508).
Dalle iscrizioni frammentarie tracciate sulle due pareti laterali si può dedurre che il ciclo pittorico era stato allogato dalla Società dei Battuti Neri o Confraternita del Santissimo Crocefisso, che aveva sede presso questa chiesa e gestiva anche l’annesso ospedale.
Il cantiere della Chiesina dell’Ospedale assunse per l’arco temporale di esecuzione un ruolo di notevole importanza fra le generazioni di pittori operanti a Meldola, prima che Pandolfo Malatesta ponesse il feudo sotto il protettorato di Venezia (1493), durante la breve parentesi del Borgia, ed il successivo dominio veneziano (1503-1509). La pesante situazione economica e le difficoltà di adattamento a questi incresciosi eventi provocarono, forse, una breve pausa al cantiere, ciò spiegherebbe perché le cinque scene della Passione di Cristo, pur rispondendo ad un preciso programma iconografico, sono state realizzate da diversi maestri che si alternarono all’esecuzione del ciclo.
All’interno della Chiesina è possibile ammirare inoltre due pregevoli statue settecentesche in cartapesta raffiguranti San Sebastiano e San Rocco, alcuni dipinti ed una terracotta che fanno parte della collezione di Meldola del “Museo diffuso dell’Ausl della Romagna” CLICCA QUI.
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